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All You Need Is Kill (オール ユー ニード イズ キル) è un seinen manga sceneggiato da Ryōsuke Takeuchi e disegnato da Takeshi Obata, celebre autore di Death Note (デスノート), Bakuman (バクマン) e Hikaru no go (ヒカルの碁). È stato pubblicato a puntate sulla rivista Weekly Young Jump di Shūeisha nel corso del 2014 per un totale di 17 capitoli, raccolti poi in due volumi, editi in Italia da Panini. Non si tratta di un’opera originale, infatti è basata sull’omonima light novel del 2004 di Hiroshi Sakurazaka, illustrata da Yoshitoshi ABe. Dal romanzo, pubblicato in Italia sempre da Panini, è stata tratta anche la pellicola cinematografica Edge of Tomorrow – Senza domani, con Tom Cruise ed Emily Blunt.

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All You Need Is Kill vede il pianeta Terra subire l’invasione di una razza aliena chiamata Mimic, degli esseri sferiformi con un resistente esoscheletro a loro difesa. Questi hanno attaccato la Terra per appropriarsi delle risorse naturali e idriche, delle quali si nutrono, ma il loro passaggio lascia una scia di inquinamento e morte. Data l’impossibilità di comunicare con questi esseri, l’umanità ha costituito l’esercito U.D.F. (United Defence Force) per potersi difendere e scacciare gli invasori. È guerra: da anni si protrae la lotta con i Mimic, ma la tecnologia e le armi terrestri sembrano non poter far molto contro gli alieni. Keiji Kiriya è una recluta giapponese di circa 20 anni che dopo le scuole superiori ha deciso di unirsi alla U.D.F. nella speranza che la guerra lo aiuti a forgiare il proprio carattere. In vista dell’arrivo degli invasori in Giappone, la squadra di Keiji si sta preparando alla battaglia insieme a una squadra statunitense comandata dalla leggendaria Rita Vrataski, detta la Valchiria, o più volgarmente, la Full Metal Bitch. Rita, che dall’aspetto sembra quasi più giovane di Keiji, non è una ragazzina qualsiasi: al contrario è il soldato più forte dell’umanità, capace di manovrare alla perfezione l’armatura da battaglia e di brandire una gigantesca ascia con cui schiaccia ogni Mimic che incontra sulla sua strada.

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Il giorno seguente all’arrivo della squadra di Rita alla base parte un’offensiva contro i Mimic, che si stanno avvicinando sempre più al Giappone. Durante il conflitto Keiji uccide un Mimic particolare,  diverso nell’aspetto rispetto agli altri alieni, ma poco dopo viene ferito mortalmente dai nemici che lo hanno nel frattempo circondato. In punto di morte Keiji viene addirittura avvicinato da Rita che decide di restare accanto al commilitone in vista del fatidico momento. E infatti poco dopo Keiji muore… Improvvisamente però si risveglia. Inizialmente confuso, cerca di capire cosa sta succedendo e dove si trova: con suo stupore è nel suo letto, la mattina precedente al giorno della battaglia. Keiji crede di aver solamente sognato lo scontro in cui ha perso la vita, ma capirà ben presto di sbagliarsi. Il giovane scopre di essere intrappolato in un loop infinito per cui ogni volta e in qualunque modo muoia viene riportato alla mattina precedente l’attacco. A questo punto prende una decisione: migliorare le sue qualità di soldato a ogni loop, fino a quando non riuscirà a uscire vittorioso dal conflitto e a fuggire da quella maledizione. Al termine di ogni loop infatti l’esperienza e i ricordi memorizzati dal ragazzo rimangono immutati, così che la morte diviene la sua migliore alleata. Una cosa sconvolgente gli capiterà però durante il loop numero 158: sul campo di battaglia Keiji si incontra con Rita, la quale lo chiama e gli chiede “A che loop sei arrivato?”. Cosa significherà mai la domanda della ragazza? Quali segreti cela? Cosa c’entra il Mimic dall’aspetto inusuale in tutto questo?

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All You Need Is Kill è un’opera di fantascienza militare dal ritmo veloce e incalzante, con una sceneggiatura incentrata sulle parti fondamentali per la trama che non si sofferma su inutili fronzoli. Il rovescio della medaglia è una caratterizzazione dei personaggi che è ottima per i due protagonisti, ma che lascia un po’ a desiderare per quanto riguarda le figure secondarie. Ma forse sarebbe chiedere troppo a una serie di soli 17 capitoli. Più che la guerra in sé, è interessante vedere come Keiji matura le sue abilità nell’uso dell’armatura da battaglia e come il fatto di dover ripetere all’infinito le stesse azioni lo porti a consumarsi progressivamente nell’aspetto e nella psiche. Questo fattore è messo in risalto anche dal magistrale disegno di Obata: infatti, man mano che la storia procede, possiamo vedere nitidamente la stanchezza sul volto di Keiji (occhiaie, sguardo vacuo, ecc.). Rimanendo sempre sul tratto del maestro, va specificato che la cura che ha utilizzato nel disegnare i protagonisti è paragonabile a quella dedicata al design dei personaggi secondari, dei Mimic e delle armature da battaglia. Un sapiente uso di ombreggiature e di retini fanno di All You Need Is Kill una vera gioia per gli occhi.

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Il ritmo del manga è arricchito dal continuo alternarsi di misteri, rivelazioni e colpi di scena che permea ogni singolo capitolo. Sarà difficile per il lettore staccarsi dalle pagine di All You Need Is Kill, una breve serie che riesce a unire scenari di guerra intervallati da momenti romantici e adrenalinici a misteri da scoprire.